L’osmosi inversa per l’acqua di pozzo

L’osmosi inversa costituisce la sola soluzione a cui si può fare riferimento per rendere potabile l’acqua del pozzo.

osmosi inversa pozzoPrima di procedere con l’installazione di un depuratore, tuttavia, sono due le azioni che devono essere compiute

  • un’analisi chimica e batteriologica dell’acqua, finalizzata a valutarne le caratteristiche e a verificare la presenza eventuale di microrganismi
  • una clorazione dell’acqua, che serve a eliminare la carica batterica.

Sono numerose le tipologie di batteri che possono annidarsi nell’acqua dei pozzi, dalla Legionella agli Escherichia Coli, passando per i Coliformi e la Pseudomonas Aeruginosa.

L’osmosi inversa si dimostra l’unica tecnica da utilizzare per contrastare la contaminazione microbiologica delle acque.

Tale circostanza è più frequente nelle zone periferiche e, in generale, nelle aree rurali che ancora non dispongono di una rete idrica, magari per colpa dei costi elevati che un allaccio richiederebbe.

Così, per avere l’acqua a disposizione si è costretti a scavare dei pozzi artesiani, al fine di arrivare alla falda sottostante.

Sotto il profilo chimico, la qualità dell’acqua varia in funzione di come è fatta la falda, oltre che di possibili infiltrazioni dovute all’azione dell’uomo, per esempio per esigenze industriali o per attività agricole.

Questo è il motivo per il quale non si può pensare di potabilizzare l’acqua se prima non si effettuano delle analisi batteriologiche e chimiche su dei campioni prelevati ad hoc.

Nell’eventualità in cui i parametri presi in considerazione mettano in mostra dei valori superiori ai limiti di legge, si rende indispensabile il ricorso a un impianto di potabilizzazione e a un depuratore di osmosi inversa, capace di contrastare qualsiasi tipo di contaminazione: a quel punto l’acqua che uscirà dai rubinetti sarà leggera e pura, buona da bere proprio come le acque oligominerali.

Come detto, l’altra necessità imprescindibile è quella della clorazione dell’acqua: come il nome lascia intuire, si tratta di aggiungere all’acqua del cloro, in quantità pre-stabilite, così da combattere la carica batterica che caratterizza l’acqua del pozzo.

Questo meccanismo avviene grazie a un contatore lanciaimpulsi che è collegato con un piccolo cavo a una pompa dosatrice di cloro.

In pratica, nel momento in cui il tubo è attraversato dall’acqua, la pompa riceve dal contatore il segnale grazie a cui il cloro può essere dosato e introdotto nel tubo stesso.

Dopo che è stata clorata, l’acqua viene immagazzinata in un serbatoio di accumulo così da essere pronta per venire rilanciata con una pompa all’impianto casalingo.

La disinfezione che viene assicurata dalle pompe di clorazione è continua nel tempo, e riguarda non solo l’acqua in sé, ma anche i filtri, i tubi e i rubinetti: insomma, è l’intero impianto a essere disinfettato dai batteri, pericolosi sia quando l’acqua viene bevuta, sia quando viene usata per lavarsi.

L’abbattimento della carica microbiologica è fondamentale per evitare danni alla salute, a maggior ragione nel caso in cui l’acqua ingerita sia contaminata perché proveniente da scarichi non controllati.

Ecco, quindi, in che modo la depurazione a osmosi inversa – con i dovuti accorgimenti preventivi – rappresenta la sola soluzione su cui si possa fare affidamento per rendere potabili e salubri le acque di pozzo.

 

Stai valutando di depurare l’acqua di pozzo con l’osmosi inversa?

 

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