E’ meglio l’acqua in bottiglia o del rubinetto?

Per scoprire se sia meglio bere l’acqua in bottiglia o quella del rubinetto è necessario prendere in considerazione le caratteristiche di entrambe le soluzioni. Cominciamo, allora, dall’acqua in bottiglia: gli svantaggi sembrano essere davvero tanti, a cominciare dall’aspetto economico. La spesa che è necessario sostenere per l’acquisto di acqua in bottiglia – sia che si tratti di bottiglie di plastica, sia che si tratti di bottiglie di vetro – è decisamente elevata. Oltre a ciò, è necessario valutare tutti gli altri “effetti collaterali”: la fatica che si deve sopportare per trasportare le confezioni dal supermercato a casa, per esempio, ma anche l’elevato impatto ambientale connesso al consumo di acqua in bottiglia. Quanta plastica deve essere prodotta ogni anno solo per le bottiglie? E quanto inquinamento producono i camion che vengono utilizzati per trasportare l’acqua dagli stabilimenti in cui viene imbottigliata fino ai supermercati, non di rado situati addirittura in regioni diverse da quelle delle sorgenti? In più, c’è da tener presente il quantitativo di rifiuti prodotti: è vero che le bottiglie possono essere riciclate, ma è altrettanto vero che anche il riciclo presuppone un consumo energetico molto elevato. Infine, non ci si può dimenticare della scarsa sicurezza che viene garantita dall’acqua in bottiglia, con confezioni che spesso vengono lasciate ad alte temperature o al sole, con le conseguenze ben note per gli effetti nocivi della plastica riscaldata. Può capire, poi, che l’acqua venga lasciata in bottiglia per molti mesi prima di essere messa in commercio. Ancora, l’acqua in bottiglia ingombra e toglie spazio: un aspetto di non poco conto per chi vive in monolocali o comunque in appartamenti dalla metratura limitata. Negli ultimi tempi, poi, sono stati resi noti i risultati relativi a una ricerca sulla presenza di microplastiche nelle acque naturali in bottiglia di alcuni dei marchi del settore più diffusi al mondo, con esiti preoccupanti: le microplastiche, infatti, sono state rintracciate in tutti i campioni presi in esame. Ce n’è abbastanza, dunque, per dire che le bottiglie d’acqua meritano di essere messe da parte per far posto all’acqua in rubinetto. Anche in questo caso, tuttavia, ci sono alcune problematiche da affrontare: pur considerando che l’acqua di casa è a km zero e sicura, poiché costantemente sottoposta a controlli, non si può trascurare il fatto che a volte ha un sapore poco gradevole, a causa dei trattamenti al cloro che si rendono inevitabilmente necessari per contrastare la proliferazione dei batteri. Bere acqua che sa di cloro non è, ovviamente, pericoloso: tuttavia il sapore non è dei migliori. Si tratta di un inconveniente abbastanza fastidioso, che tuttavia può essere facilmente risolto con l’ausilio di un depuratore d’acqua domestico. Questo impianto, che viene installato sotto al lavello della cucina, sottopone l’acqua a un trattamento in virtù del quale si può essere certi di bere acqua del tutto inodore, buona e dissetante. Insomma, acqua limpida e cristallina, oligominerale, caratterizzata da alti standard di qualità, che può essere impiegata anche per cucinare, oltre a essere pronta da bere. A tal proposito, chi è abituato a gustare acqua frizzante o acqua fresca non è costretto a rinunciare alle proprie preferenze con l’acqua del rubinetto. I depuratori, infatti, possono essere integrati con una bombola di anidride carbonica a uso alimentare, che fa parte di un frigogasatore: si tratta di un dispositivo che permette di ottenere acqua fresca o frizzante, in base ai gusti personali. Insomma, chi cerca scuse per non dire addio all’acqua in bottiglia non ha più appigli a cui aggrapparsi: l’acqua del rubinetto non inquina e non danneggia l’ambiente, ma soprattutto garantisce un risparmio più che concreto, destinato a durare nel tempo e a moltiplicarsi con il trascorrere degli anni.